Il Toscanario

Il Toscanario, ovvero “Parole usate in zone toscane” 

di Giancarlo Carmignani

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andà’, v.intr.: andare. Pass. rem. “Andetti, andesti, andette, s’andò o s’andiede, andeste, andonno”: andai, andasti, andò, andammo, andaste, andarono. Fut. “Anderò”: andrò. Cong. pres. 3^ pers. pl. “Vadino”: vadano. Cond. pres.1^ pers.sing. “Anderei”: andrei. Cong. imp. “Andessi”: andassi. Imperativo pres. “ ‘Gnamo!”: andiamo! Part. pass.  “Ito”: andato.

Modi di dire:

“Andà’ via per disperato”: andarsene come un disperato; “Va’ Vai!”: sta’ tranquillo!, oppure, accompagnato da un gesto eloquente, “è meglio che tu vada via!”; “Andà’ in piazza”: diventar calvo.

“Ci vai di scartino!” (più livornese che fucecchiese e ironico): Ci vai piano, sa’!

Altro modo di dire: “Andar nell’un via fa uno”, detto quando una cosa viene tirata per le lunghe come succede se si continua  “a moltiplicare uno per uno”, si deduce da R. Cantagalli.

“Andà’ in fanteria”: sfumare.

Quanto al modo di dire “Andà’ a S. Salvi” (con evidente influenza fiorentina), indicava “andare al manicomio, impazzire” poiché l’ospedale psichiatrico si trovava presso l’antica chiesa di S. Salvi a Firenze (R. Cantagalli), dove si trovava anche il carcere delle Murate, per cui “Andà’ alle Murate” significava andare in galera.

A parte la forma toscana “Vò”: vado, è da segnalare anche il modo di dire “ ’Un si va né a piedi né a cavallo”: non va bene né questo né quello, cioè il suo contrario, come quando viene detto “In ogni modo e ogni maniera”: c’è sempre da che ridire! Altro modo di dire “Sa andà’ bene!” per dire ironicamente “figuriamoci se andiamo bene!”

Simpatica è l’espressione “Andà’ in barchetta”: “andare nel pallone” molto probabilmente perché la barchetta può essere in balìa delle onde e perciò in senso “figurato” ciò “significa perdere il controllo di sé, non rendere più”, come spiega G. Pittàno in riferimento a un’espressione più recente, ma dal significato analogo, nata dal gioco del “flipper” e cioè “ andare in tilt”, che propriamente significa “ bloccarsi, arrestarsi di macchine”.

Altra frase particolare: “in do’ ci hai d’andà?”: dove devi andare? oppure “Te tu gl’ha’ a dì d’andà’!” : tu gli devi dire di andare

ando, s.m. usato almeno un tempo nell’espressione riferita da M. Catastini “Dagli l’ando”: lascialo andare, e ancora oggi col significato di andatura regolare nel detto popolare: “Di quando in quando// ci vuole l’ando”: ogni tanto ci vuole un’andatura regolare

anguinaia, s.f.: ascella e “tumefazione delle glandole” (Malagoli) e come in livornese infiammazione “non solo all’inguine, ma anche all’ascella” (V. Marchi)

anima, s.f. con un significato particolare come corpo, quando veniva detto “Se l’è messo tutto all’anima”:  l’ha mangiato tutto, ma propriamente se l’è messo tutto in corpo. Almeno fino a qualche tempo fa era diffusa da noi così come in pisano “’Un c’era un’anima mea”: non c’era nessuno (Malagoli)

annebbià’, v. tr.: annebbiare, oscurare, quasi annullare (usato nell’ambito del linguaggio familiare), ma in quelo sportivo questo verbo può essere usato nel senso di “stravincere”

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 23 giugno 

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