Salvestrini: Lo Zibaldone di Tommaso Mati

Lo Zibaldone di Tommaso Mati

A cura di Rino Salvestrini (rino.salvestrini@montaione.net)

Il manoscritto originale è di proprietà di un collezionista privato che mi ha permesso la riproduzione fotografica, la trascrizione e l’eventuale pubblicazione, però senza essere nominato. Questo perché l’ho convinto che si tratta di un pezzo di storia italiana del XIX secolo del quale non possiamo privarne la cultura toscana.

La prime pagine sono dedicate da Tommaso Mati al padre, nato a Pistoia, decoratore di case e ville di agiate famiglie fiorentine, aretine e romane; avventuroso partecipante alla librazione di Arezzo dagli occupanti francesi di Napoleone; amico di Vittorio Fossombroni statista e del pittore Pietro Benvenuti; commerciante e impresario che arrivò al successo, ma che cascò poi nel fallimento per la sua mania del collezionismo di oggetti d’arte e per i cattivi consigli di soci.

Tommaso si laureò a Pisa in Scienze Fisiche e Matematiche e subito entrò nel lavoro, assistente a ponti, strade e lastrici a Arezzo e suo Compatimento, fino ad essere vincitore del sicuro posto nel Corpo degli Ingegneri. Lavorò per la strada di Monte S. Savino e per quella di Roccastrada con l’incontro nei boschi di un disertore austriaco che volle essere condotto da Garibaldi che in zona cercava un porto per partire per l’America dopo la disfatta della Repubblica Romana. Rimase ancora in zona con l’incarico alla bonifica della zona di Piombino per ritornare dopo ad Arezzo per lavori alla strada provinciale dei Sette Ponti.

Finalmente nel 1852 Mati “sbarcò a Livorno” dove lavorò per anni all’ampliamento del porto con il francese Poirel. Avendo raggiunto grande notorietà per i suoi progetti e direzione dei lavori, e sotto il Governo del Regno d’Italia Tommaso andò o lavorare per i porti di Barletta, Pescara, Brindisi, Crotone, Taranto, Mola di Bari, Bari, Girgenti (Porto Empedocle), Catania, Capo Molini e Lido di Venezia. Fu anche membro della Commissione Internazionale per la verifica dei lavori del Canale di Suez, con sopralluogo e partecipazione alle feste per l’apertura. Altri compiti furono la costruzione di tre fari con strutture metalliche sulle isole e coste toscane: Giglio, Meloria, Vada e Montecristo.

Piacevole è il suo scrivere, avvincente la sua storia personale e familiare, con le sue relazioni e amicizie col Granduca di Toscana Leopoldo II, con il generale Nino Bixio allora parlamentare del Regno d’Italia. La narrazione scorre piacevolmente con i caratteristi modi di dire del dialetto toscano, della cultura popolare e del lessico familiare anche se diventa linguaggio scientifico quando tratta gli argomenti professionali.

In appendice allo “Zibaldone” riporto alcune notizie su Tommaso Mati e i suoi lavori in quattro porti (Venezia, Barletta, Pescara e Livorno), vale a dire quelli dei quali ho trovato notizie di un certo respiro.

nicla Mati

esiste anche il progetto del porto di Brindisi di proprietà di mia nipote che penso di poter recuperare x farne delle fotocopie
con stima Mati Nicla
tel 3385683800

Roberto

Gentile signora Mati, noi siamo parenti, mia nonna Corinna Mati era figlia di Tommaso. Io abito a Livorno e sto cercando collegamenti con la famiglia di mia nonna. Mi può aiutare a trovare lo zibaldone di Tommaso Mati che non riesco a scaricare da questo sito. Grazie
Roberto Mazzuoli
bobe.mazzuoli@gmail.com

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