Il Toscanario

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di Giancarlo Carmignani

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camiciata, s.f.: grande sudata, tale da far sudare una camicia; voce toscana (DEI e De Mauro)

camiciola, s.f., tosc. quando significa “maglia portata a contetto della pelle”(De Mauro); nella frase “Fare la camiciola”: “accordarsi per far perdere uno a carte”, ma anche “picchiare uno in gruppo” (R. Cardellicchio): significati che ritengo venuti meno, mentre è rimasto quello della stessa frase di fare  “il bidone” a una persona e cioè ingannarla o “venir meno a un impegno” (DISC)

campaccio, s.m.: luogo dov’era scaricata la spazzatura, come può far capire anche il suff. peggior. “– accio –” aggiunto al termine “campo”, derivato dal lat. “campu(m)” = “piana” (DISC)

canaio, s.m.: tosc. nel senso di grande chiasso, “schamazzo”, che forse deriva dal lat. “exclamatio” ( De Mauro), mentre “canaio” deriva dal lat. “canariu(m)”, a sua volta da “canis” = “cane” (DISC): quando più cani abbaiano fanno veramente baccano! Mi sembra peraltro un lemma ancora più diffuso in livornese, tanto da far pensare che sia originario di tale parlata anziché di quella pisana, affine ad essa, se si esclude il tipico intercalare livornese: “déh!”. È comunque usato anche da noi, dove in questo caso (e neppure in livorn.) non avviene il dileguo della –c- dopo “che” per il rafforzamento con cui viene pronunciata tale consonante: infatti potremmo scrivere, tenendo presente la pronuncia piuttosto espressiva: “Che ccanaio!”

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Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 4 ottobre 2016 

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