di Giancarlo Carmignani
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pertìa, s.f.: “timone dell’aratro” (M.Catastini), ma tale t. ed attrezzo non risultano più usati neppure nelle nostre campagne
pèsca, s.f. con un signific. part. nel modo di dire molto diffuso: “Ha fatto un giro pèsca!”: ha fatto un giro tortuoso, per es., di parole, almeno talora per un “affare poco chiaro, non troppo corretto”, come afferma più in generale R. Cantagalli, e può senza dubbio interessare l’origine della parola del frutto dal lat. “persica”, neutro pl. di “persicum” = “(frutto) della Persia” (DISC), tant’è vero che in Campania viene chiamata “persica”
pésce, s.m. Modo di dire che si trova in sostanza anche nella 3^ novella della decima giornata del “Decameron” del Boccaccio: “È sano come un pesce”, mentre a Firenze verso il 1863 veniva detto “come una lasca”, che pure è un pesce, ma particolare, ritenuto dal popolo “simbolo di sanità” appunto (P.Fanfani).
Si tratta comunque di modi di dire che non hanno fondamento scientifico (G. Pittàno), nati come altri dalla fantasia
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