Il Toscanario

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di Giancarlo Carmignani

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ghigna, s.f.: viso “arcigno”, ma è una voce lucchese entrata nel vernacolo livornese (V. Marchi) e successivamente in quello pisano, mentre è rara nel medio valdarno

ghigno, s.m. volgare: pene, ma si tratta di un termine in decadenza, se non scomparsa

giamberattone, agg.: “spreciso” (M. Catastini), voce presente nel vernacolo fucecchiese almeno qualche tempo fa. Sembra una voce abbastanza espressiva, ma ne risulta ignota l’origine, a parte la connotazione negativa, in questo caso, del suff. “-one”

giannizzero, s.m.: tipo, più che rustico, intrattabile, oltre che esecutore di “ogni comando” di una “persona importante” da cui costui dipende in modo servile, pur dandosi “treno”, cioè importanza: anche in questo caso si tratta di uno “spregiativo” (accentuato da come viene detto dalle nostre parti) “spiegabile anche sul piano storico”, riferendosi sotto questo profilo a chi nell’impero  ottomano, da cristiano arruolato per forza nelle truppe turche (è infatti tale l’origine della parola), diventava un difensore fanatico dell’islamismo (De Mauro)


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Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 22 gennaio 2019 

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