Un 25 Aprile 2020 da ricordare

Credo che l’ avere avuto un padre che fu deportato nella Germania nazista nel settembre 1943, e che ebbe la fortuna di tornare alla sua famiglia, abbia determinato in me il venire a sapere quali furono le condizioni di tanti italiani di quel periodo, ancor prima di leggere la storia moderna d’Italia sui libri di scuola. Il 25 aprile  per quest’ anno è una ricorrenza del tutto particolare per due motivi, entrambi dovuti alla pandemia che stiamo vivendo. Primo, per il modo in cui si celebra, diciamo così in modo virtuale o in modalità di distanziamento sociale. Secondo, più importante, la pandemia in Italia ha colpito soprattutto una determinata fascia di età della popolazione, così da portarci via molti di quegli anziani che 75/80 anni fa, nel pieno della loro giovinezza, hanno avuto l’esperienza di quegli anni bui. Se n’è andata via, tutta d’un colpo, una memoria di valore immenso, che nessun libro di scuola della storia può sostituire al pari,  perchè leggere non è la stessa cosa che sentirsi raccontare da chi ha patito fame, da chi ha subito bastonate, da chi ha avuto sulla propria persona ogni tipo di sopruso. (n.d.r.) 

Pubblichiamo il documento dell’ANPI di Montaione, rivolto quest’anno in modo particolare ai giovani che, purtroppo, oramai, difficilmente avranno la possibilità di sentire raccontare esperienze dirette di quel periodo. A noi il compito di far sapere loro quali sono state le basi per cui oggi godiamo di un lungo periodo di pace. Ma niente è scontato se non ne abbiamo cura ogni giorno.

Un grazie particolare a Paola Rossetti che ci ha trasmesso il documento.

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