La Buona Novella, De Andrè e Gli Accorati

accoratiVenerdì 2 Maggio, ore 21.30, presso il centro ex acli “Don Romero”. Prosegue e termina il programma di preparazione alla Festa Parrocchiale 2014. Con gli Accorati potremo ascoltare  15 canzoni di Fabrizio De André, tra cui tutte quelle tratte dall’album “La Buona Novella” (il quarto di Dè Andrè, uscito nel 1970), intercalate dalla lettura di commenti di Don Andrea Gallo recentemente scomparso ed intimo amico di De André.

da Wikipedia:

-1- Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928 – Genova, 22 maggio 2013) è stato un presbitero e partigiano italiano, di fede cattolica e ideali comunisti, anarco-cristiani e pacifisti, prete di strada fondatore e animatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.

-2-L’LP è un concept album tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi (in particolare, come riportato nelle note di copertina, dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell’Infanzia), pubblicato nell’autunno del 1970 (le matrici riportano la data del 19 novembre).

Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l’aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù).Il lavoro di lettura e di scrittura dei testi, svolto con Roberto Danè, è durato più di un anno.È stato ritenuto da De André «uno dei suoi lavori più riusciti, se non il migliore».

« Quando scrissi “La buona novella” era il 1969.Si era quindi in piena rivolta studentesca; e le persone meno attente – che poi sono sempre la maggioranza di noi -: compagni, amici, coetanei, consideravano quel disco come anacronistico. Mi dicevano: “cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall’autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi.” …. Non avevano capito – almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza – che La Buona Novella è un’allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell’autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. »

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