Una porta nuova per la chiesina di Sant’Antonio

Ad essere esatti non è una porta nuova, bensì una porta rinnovata. Dunque quel portone della chiesa attigua alla restaurata canonica adesso da un’impressione diversa a chi arriva davanti alla chiesa. In effetti quel portone ingrigito e sciupato dal sole e dalle piogge dava un impressione di abbandono e indecoroso alla chiesetta ricostruita da don Saltarelli nell’ ultimo dopoguerra. In realtà già nella prima parte di questo anno l’opera incessante di volontariato in particolar modo di una nostra concittadina ha riportato ordine e decoro all’interno della chiesa che nella primavera scorsa è stata anche onorata da una visita di S.E. il Vescovo Mons. Silvani venuto a Sant’Antonio per un incontro con i ragazzi del catechismo.

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Dunque mancava proprio la porta d’ingresso alla chiesa per darle un’immagine degna di chiesa viva che, seppure di campagna, vuol tornare ad essere partecipe della vita attiva di fede, d’incontro e di preghiera non solo della località Sant’Antonio, ma anche di tutti i montaionesi. Negli ultimi decenni il capoluogo del comune si è allargato ed ormai la prima periferia dalla strada dal Poggio all’Aglione  è nella zona  del Terraio che  fa parte della Parrocchia di Sant’Antonio e San Cristoforo in Sant’Antonio (questa l’esatta denominazione) rimasta senza parroco da quando è venuto a mancare don Giovanni Saltarelli ( aprile 1986),  e quindi gestita e amministrata dalla parrocchia del capoluogo, ovvero la Parrocchia di San Regolo.

La porta di ingresso ha una luce di centimetri 122 in larghezza e 241 in altezza, in legno di castagno, decorata di sei formelle semplici, tre per ogni anta. L’opera di rinnovamento è consistita in una ripulitura fino al legno della facciata esterna, conseguente stuccatura in particolar modo sulle formelle sulle quali si erano aperte due profonde fessure, in ultimo la tinteggiatura color noce ed un triplo trasparente protettivo. A dir la verità rimane il dubbio circa la tenuta delle stuccature agli sbalzi di umidità e temperatura dovuti agli agenti atmosferici. Questo perché il legno rimane materia viva anche quando non è più parte di un albero.   Diversamente, all’interno, il portone non ha avuto alcun lavoro particolare, solo una lucidatura e il mantenimento del colore originale ovvero un beige chiaro rifinito a coppale.

Anche il mantenimento del portone è stata opera di volontariato. In questo caso una lavorazione in economia da parte di due genitori.

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