Tasse super a Montaione, anzi no: è tra quelli con l’imposizione complessiva meno elevata

“Tasse super a Montaione, tre i Comuni low cost”. Così titolava un articolo apparso su “Il Tirreno” il 19 gennaio, con il quale si intendeva dare la misura della “pressione fiscale dei sindaci” nell’Empolese Valdelsa, e mettere a confronto quelli più “clementi” con quelli più “tassatori”. A corredo dell’articolo, una tabella metteva in fila i Comuni secondo la presunta tassazione media pro capite, e si poteva osservare che il valore medio del Comune al primo posto – Montaione – risulta quasi il doppio di quello del Comune al secondo posto – Gambassi Terme – e tre volte tanto quello del Comune all’ultimo posto – Montespertoli.

Già queste differenze avrebbero forse dovuto suggerire prudenza e far venire qualche dubbio circa la correttezza della metodologia seguita nella lettura e analisi dei dati forniti. In un territorio sotto molti punti di vista omogeneo come l’Empolese Valdelsa, che un Comune tassi i propri residenti il triplo di un altro, è poco credibile, o almeno avrebbe dovuto indurre a porsi qualche domanda in più e ad approfondire l’indagine.
Già, perché il limite dell’articolo in questione è proprio questo, l’approssimazione e i presupposti metodologici non propriamente corretti. Ma vediamo di andare con ordine.

Anzitutto la fonte. L’articolo prende a base la banca dati Siope della Banca d’Italia, che registra i movimenti di cassa dei Comuni. Di cassa per l’appunto, non di competenza. Questo significa che alle entrate complessivamente registrate in un anno concorrono anche importi relativi ad esercizi precedenti. Invero l’articolo riporta questa avvertenza, ma poi non se ne cura più di tanto quando con disinvoltura suddivide il totale delle entrate di cassa 2014 (con esclusione dell’imposta di soggiorno e del fondo di solidarietà comunale, “in quanto non richiesti ai residenti”) per il numero dei residenti, ritenendo così di calcolare la tassazione media pro capite dei Comuni.

Fra i limiti della banca dati SIOPE si rileva anche un errore di classificazione di una rilevante quota dei trasferimenti statali (circa 500.000 euro) ricompresi fra “altri tributi speciali ed altre entrate tributarie proprie” anziché nel “fondo di solidarietà comunale” che contribuisce a far lievitare il “totale tasse pro-capite”.
Ma è su un altro punto che si registra l’approssimazione più vistosa, laddove si istituisce un rapporto (aritmetico) tra elementi non omogenei. Nell’ammontare complessivo delle entrate tributarie considerate per calcolare la pressione media pro capite, l’articolo include anche imposte come Tares, Imu e Tari, che gravano in misura rilevante sugli immobili a scopo produttivo, e molto meno, in valore assoluto, su quelli residenziali. Rapportare quindi l’entrata tributaria complessiva, alla popolazione residente, senza operare le dovute distinzioni, significa fornire una visione distorta della realtà.

Per chiarire il ragionamento, se un Comune ha molte attività produttive (quindi un alto gettito da Tares, Imu e Tari) e pochi residenti, il semplice rapporto gettito/residenti sarà elevato. Nel Comune che presenti invece la situazione inversa, il rapporto sarà molto inferiore, senza però che questo chiami in causa la volontà impositiva di una Amministrazione nei confronti dei propri residenti, né tantomeno implichi che risiedere in quel Comune si fiscalmente meno costoso.

L’esempio concreto di Montaione illustra bene la questione: senza contare altri tipi di attività produttive, a Montaione operano oltre 100 aziende turistico ricettive (con oltre 3000 posti letto), gran parte delle quali di proprietà di non residenti. Se si divide il gettito Tares, Imu e Tari, proveniente da tali attività, per la popolazione residente, non si ottiene un indice della “pressione fiscale del Sindaco”, si è solo fatto un grossolano errore di metodo e cattiva informazione.
Oltretutto – sia detto per inciso – le aliquote Tari sono uguali per tutti i Comuni dell’area, quindi a parità di condizioni esse pesano dovunque allo stesso modo nel territorio; mentre per l’Imu sugli immobili non residenziali, le aliquote di Montaione sono certamente tra le più contenute dell’Empolese Valdelsa, accompagnate da rendite catastali mediamente più basse.

In un momento così difficile da un punto di vista economico e sociale, nel quale è giustamente molto alta l’attenzione dell’opinione pubblica verso le politiche fiscali, sia centrali che periferiche, ed è d’altra parte doverosa la più ampia trasparenza e informazione in merito ad opera
della pubblica amministrazione, articoli siffatti non solo non aiutano a fare chiarezza, ma contribuiscono a generare grossi equivoci. Dagli organi di stampa ci si attende certo che facciano inchieste, informino i cittadini, e agiscano da formatori della pubblica opinione. Ma ci si attende anche che lo facciano con senso di responsabilità e discernimento.
La pressione fiscale esercitata da un Comune sui propri residenti, si misura soprattutto dall’addizionale comunale Irpef, dalla Tasi sull’abitazione principale e dalla tassa sui rifiuti, per altro, anche questa, uguale in tutti i Comuni dell’area. Se lo scopo del giornale era di fare un raffronto sulla pressione fiscale nei vari Comuni del territorio, sarebbe stato utile cercare (e reperire facilmente attraverso le delibere) soprattutto questo tipo informazioni. Avrebbe così offerto un’informazione più puntuale, accurata ed esaustiva ai propri lettori. E avrebbe anche scoperto che Montaione, lungi dall’essere il Comune “più tassatore”, è tra quelli con l’imposizione complessiva meno elevata.

Fonte: Comune di Montaione

Vedi anche la lettera dell’amministrazione comunale a Il Tirreno

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