Il Toscanario

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di Giancarlo Carmignani

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caccàusse, s.m.: oggetto inutile, carcassa col significato dato a questa da G. D’Annunzio di “oggetto vecchio e mal ridotto”, riferito dal DELI. Comunque il termine, equivalente a quello di “macinino” dato a una  macchina, era usato nel secondo dopoguerra tra giovanissimi compagni e potrebbe essere derivato dall’incrocio tra “cacca” e “caos”. Si pensi alla frase, usata un tempo: “E’ un caccàusse”: è una macchina scarcassata, un macinino, appunto, in tal senso

cacchione, s.m.: offesa, detta talora in tono non malevolo, anche se originariamente può darsi che significasse “spilorcio”, dal momento che dal DEI risulta che anticamente “cacchionerìa” significava appunto “spilorceria”

caccià’, v.tr.: cacciare, ma rifl. quando viene detto “Cacciassi in un  vespaio”: cacciarsi, cioè mettersi nei guai

caciaio, s.m.: bosco di robinie, da “acacia” (dalle nostre parti in vernacolo “cascia”), nome volg. della “Robinia pseudoacacia”, pianta infestante d’origine americana che finisce per favorire con i nitrati la formazione dei rovi

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Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 30 agosto 2016 

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