Il Toscanario

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di Giancarlo Carmignani

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bruscola, s.f.: cesto per la raccolta delle olive nella campagna presso Fucecchio (R. Bettarini)

bruse, s.f., adattamento vernacolare dell’it. “blusa”, a sua volta francesismo, appunto, dal franc. “bluse” = “camicetta per bambino” fin dal “1835” (P. Zolli), ma da noi anche “giubbotto”

brutto, agg., ma diventa s.m. quando si dice, per es., il “brutto buono ai pinoli”: “pasticcino rotondeggiante, fatto con pasta di pinoli e rivestito di zucchero a velo” caratteristico della provincia di Pisa, ma diffuso anche a Fucecchio. “Brutto buono” è anche detto un tipo di pane dall’aspetto bruttino, ma dal buon sapore, così come sono dette “brutte buone” certe mele con le stesse caratteristiche. Si tenga inoltre presente il modo di dire: “alle brutte, alle brutte…”: tutt’al più, nella peggiore delle ipotesi. Altro modo di dire diffuso dalle nostre parti è : “È un brutto dire”: si dice male

brùzzio, s.m.: “crepuscolo del mattino”: DEI in riferimento  a “bruzzico”e nel contado fucecchiese almeno fino a poco tempo fa si poteva sentir dire “A brùzzio”: “barlume prima del giorno” in riferimento a “brùzzolo”, che però nello stesso dizionario è riferito anche al tramonto. Nella “Guida  ai detti toscani” in riferimento a Livorno R. Cantagalli cita l’espressione “A bruzzico” col significato di “a occhio”, perciò in modo approssimativo, come se le cose fossero viste in una luce incerta, appunto, come quella di “prima mattina, quando il cielo comincia a schiarire”

bua, s.f.: buca e, solo sing., male fisico, quale voce infantile molto diffusa non solo in Toscana (DEI). È in questo senso da confrontare col lat. “boa”cui accenna Plinio col significato di “eruzione cutanea” (Georges- Calonghi). Si tratta di una parola presente anche nel Burchiello (DEI) ed è considerata dal DISC una voce onomatopeica.

Ben diverso è invece il significato nell’espressione fucecchiese “Fà’ bua”, fare il bidone nel senso  di venir meno a un appuntamento a un impegno oppure nell’altra frase, peraltro poco usata anche in vernacolo: “Era andata bua”: era stata bidonata (ovviamente in riferimento a una persona). Inoltre nel linguaggio scolastico “Fà’ bua” significa “marinare la scuola” ovvero “fare forca”

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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 21 giugno 2016 

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