Il Toscanario, ovvero “Parole usate in zone toscane”
di Giancarlo Carmignani
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bada lì!, escl. toscana: cosa vuoi che sia!
badièra, s.f.: attenzione, ma tale termine, probabilmente derivato dal verbo “badare” cioè “fare attenzione” (De Mauro), è da tempo nettamente in disuso
baffo, s.m. con un significato particolare nella frase “A me mi fa’ un baffo!”: me ne infischio o, più volgarmente, me ne frego!
bàghere, s.m.: “Carrozza a quattro ruote senza sportelli e senza cassetta, per tre persone” ( M.P. Bini), voce usata un tempo anche a Fucecchio, di cui esiste peraltro una traccia nel soprannome nella variante usata talora nell’espressione “Mi sembri Bàgheri!” in riferimento a una persona che lascia a desiderare anche perché disordinata e vestita male. In italiano esiste “bàghero” che il DEI definisce voce “d’area settentrionale, ma diffusa anche a Roma” nella stessa forma che era usata da noi, mentre ne “Le veglie di Neri” del Fucini vediamo scritto “il bagherre”
bah!, escl. che per noi indica “esitazione”, “dubbio”, perplessità, rassegnazione e sorpresa (fino a diventare talora quasi una specie d’intercalare nel nostro vernacolo) anziché essere una “esclamazione di gioia” come forse il lat. “bach” (DEI). Invece significa, se è accompagnato da un cenno d’assenso con la testa, sì, certo, per es., in risposta alla domanda retorica: “O n’è così?”: non ti pare che la cosa stia in questi termini?
baillame, s.m.: “bailamme”, “confusione di gente e di voci”: nome derivato dalla festa turca “bairam”. “Non comune fuori di Toscana” (DEI), è nostrale la parola con due elle
balenà’, v. intr.: balenare, lampeggiare, ma aveva un significato diverso e diventava un v. trans. quando veniva detto, per es.: “Me lo son sentito balenà’!”: me lo sono immaginato (in riferimento a una cosa non piacevole)
Presentazione del 4/2/2015, https://www.montaione.net/il-toscanario/
Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 20 ottobre