di Giancarlo Carmignani
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fralloccóne, s.m.: individuo che compiccia veramente poco. La parte centrale della parola (la quale penso che sia veramente nostrana, come del resto non poche altre parole di questo dizionario) fa venire in mente “allocco” in senso metaforico, cioè come “sciocco, tonto, babbeo” (De Mauro), ma dà anche l’idea di una persona troppo lenta
fràola, s.f.: (uva) fragola, col dileguo dell –g- attestato nella nostra zona anche in questo caso e risalente al Trecento secondo il DEI, ma penso che oggi venga usato solo scherzosamente
frascone, s.m.: pianta ingombrante più di una grossa frasca, come significa alla lettera, cambiando il genere, come avviene per molti accrescitivi (DISC), mentre il diminutivo sembra prediligere il femminile anche in italiano
frate, s.m. Proverbio: “Frate sfratato e cavolo riscaldato non fu mai buono” di chiaro significato polemico nei confronti di chi abbandona la strada intrapresa nel primo caso. Per ciò che riguarda il pl., sono indicati con tale nome anche i dolci molto noti da noi (e non a Firenze, bensì a Pisa e Livorno e pure questo è significativo, tenendo presente il nostro legame linguistico con la città della Torre pendente) dal nome derivato dal “fatto che il buco nel mezzo. ricorda la chierica di un frate”: R.Cantagalli. Da noi questi dolci fatti a mo’ di piccole ciambelle sono mangiati soprattutto nel periodo di carnevale o almeno così era specialmente un tempo, allorché le feste erano più circoscritte e perciò più sentite dalla popolazione locale
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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 14 agosto 2018