di Giancarlo Carmignani
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furbo, s.m.nella frase molto diffusa dalle nostre parti “ ’Un fa’ tanto ir furbo!”: non negare la verità “ricorrendo all’astuzia”!, è spiegato in M. Catastini
furchetta, s.f.: forchetta, con chiusura popolare della vocale prima dell’accento tonico senza che si debba pensare a una ripresa dell –u- della parola lat. “furca(m)” da cui deriva questo termine, originariamente dimin. di quello lat. dal chiaro significato di forca, mentre è incerta l’origine del suff. dimin. m. “-etto” (DISC)
furia, s.f.: fretta, come quando si dice “Ecco maestra furia” in riferimento a una persona troppo frettolosa e il concetto è intensificato anche quando si dice “In fretta e furia”: “frettolosamente”, significato che aveva nel ‘600 anche la loc. avv. “in caccia e in furia” (DEI). È interessante anche il proverbio: “Chi ha furia s’ avvii!”, che invita a non avere troppa fretta: chi invece l’ha, si muova in anticipo verso la mèta senza peraltro costringere chi l’ha detto a fare altrettanto
fustacchio, s.m.: cencio che veniva messo in cima al frusciandolo per pulire il forno; era un vocabolo usato in campagna
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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 23 ottobre 2018