di Giancarlo Carmignani
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inteccherito, agg. tosc.: “rigido” (De Mauro), probabilmente collegato – a mio parere- con l’agg. tosc. “intecchito”: “stecchito”, voce “pis., lucch. e pistoiese” (DEI)
intelito, agg.: irrigidito, risentito perché impermalito, ma noi diciamo, anziché in quest’ultimo modo, “impermalosito”, oltre che “intelito”: termine che deriva da “tela” (quando è particolarmente rigida) col pref. “in-“ che implica l’idea di divenire. Si può parlare anche in questo caso, come per altre voci un tempo diffuse a livello popolare, di una “parola semanticamente ricca”
intènde’, v. per lo più tr.: intendere, mentre è rifl. “intèndèessi”: intendersi. Indic. pres., 1^ pers. pl: “Intendémosi bene!”: intendiamoci bene! Da noi si sente dire col raddoppiamento sintattico espressivo della –d-: “Ma che mi dai addintende’?”: ma cosa credi di darmi ad intendere?
intenditora, s.f.: intenditrice, ma viene fatto di pensare che il termine locale sia stato formato in tal modo per analogia, peraltro scherzosamente o ironicamente, su altre forme simili
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