di Giancarlo Carmignani
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ma’, s.f.: con la –a accentuata particolarmente dopo agg. possessivi come “mi’, tu’ e su’ ”, ma sono certamente brutte per la loro volgarità espressioni come “mi’ mà’, tu’ mà’, su’ mà’ ”: mia madre, tua madre, sua madre: termini come madre e mamma meritano indubbiamente un rispetto adeguato! Ciò vale anche in riferimento a pa’, s.m.: padre, come in pis. e in livorn.
maccoso, agg.: denso, in riferimento al brodo e “minestra maccosa” è quella che, lasciata posare, indurisce “rapidamente”. Non è sempre un difetto che la minestra sia maccosa: infatti, per es., quella nei ceci può essere benissimo preferita molto densa, appunto, com’era quella fatta a Fucecchio a cena la vigilia di Natale
maciglià’, v.intr.: macigliare, cioè sistemare i “cigli” delle fosse, “gli argini” (M. Catastini), ma si tratta di un verbo decisamente venuto meno. Fra l’altro non si comprende la funzione della sua sillaba iniziale
madonne, s.f.pl.: bestemmie nell’espressione: “Tirà’ du’ madonne”: bestemmiare più d’una volta, ma è evidente che si tratta di un’espressione molto volgare
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