Il Toscanario

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di Giancarlo Carmignani

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mangià’, v.tr.: mangiare. Deriva dal franc. ant. “manger”, a sua volta dal lat. “manducare” tramite la “var. intermedia” ipotetica “mandicare” (DELI), ma un’espressione particolare tratta da due verbi in forma imperativa, usata nel gergo ciclistico toscano attorno a Fucecchio per indicare i saliscendi, come, per es.,  quelli tra Lamporecchio e Vinci, è “mangia e bei”, quest’ultimo da “bevi” è chiaro: tratti in fondo piacevoli a farsi, come appunto possono esserlo i saliscendi per un ciclista, a differenza della piatta e quindi monotona pianura, per non parlare poi di quella estesa e nebbiosa Padana. Un tempo a Fucecchio erano chiamati “mangia e bei” dei biscotti col rosolio e mele immerse nello zucchero fuso al fuoco, a fare i quali, oltre che la granita, erano specializzati i “Chichieri”.

Frase part.: “Con me ci mangi di magro!”: da me non ottieni nulla (risposta negativa a una richiesta fatta).

Un’altra ocuzione diffusa è: “Mangià’ pane e veleno”: convivere tristemente con le amarezze.

A Fucecchio c’è chi intende “ ’un ha mangiato la foglia” in senso favorevole, come quando viene detto metaforicamente “Non ha abboccato all’amo”, ma è un errore perché nell’italiano ufficiale “mangiare la foglia” significa “capire una cosa al volo” e “il detto deriva forse dall’osservazione di quegli animali che hanno il fiuto molto sviluppato” e perciò “riescono a distinguere subito le piante velenose da quelle buone” (G. Pittàno).

Mi risulta invece in disuso il detto volgare “mangià’ l’ovo in culo alla gallina”: spendere “i soldi prima di averli guadagnati” (M. Catastini), cosa quasi assurda come se uno cercasse di mangiare un uovo prima che la gallina l’avesse fatto, come sappiamo, dalla parte del deretano

mangiarino, s.m. dimin. del sost. mangiare: pranzetto squisito, specialmente nell’esclam.: “Che mangiarino da papi!” : che buon pranzetto! Talora si può sentir dire anche “i mangiari”: le pietanze, sost., quest’ultimo, derivato dal provenzale ant. “pietansa” = “pietanza”, ma poi “elemosina” perché originariamente “indicava il vitto dato ai poveri”; si tenga infatti presente il lat. “pietas” = “pietà” (DISC)

mangiatora, s.f.: mangiatrice e in modo analogo, in vernacolo, ma specialmente nel linguaggio familiare, possono essere formati  sostantivi, come, per es., “dormitora”: dormitrice, persona che dorme molto

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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 3 marzo 2020

 

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