di Giancarlo Carmignani
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chello, agg.: quello, ma da noi è pressoché scomparso; si tratta di un’antica “forma senese” risalente addirittura al ‘300 (DEI)
chéne?, pronome interrogativo: che? cosa? che cosa? D’uso molto antiquato, per quanto tale epitesi si trovasse anche in pisano (Malagoli)
chetassi, v.rifl. tosc.: chetarsi, far silenzio. Ha acquistato una certa notorietà, sia pur nell’ambito familiare, una battuta d’impronta chiaramente maschilista rivolta da una persona, evidentemente non istruita, alla propria moglie (che si voleva pronunziare su una determinata situazione verso l’inizio del secolo scorso, se non prima ancora) scandendo in modo marcato le parole: “Chetati te: non sai quel che tu dii!”: Sta’ zitta: non sai quello che dici!
Si pensi anche al livorn. “Ma ti ‘eti?” : La smetti di parlare?
cheto, agg. o avv. tosc.: silenzioso. Deriva dal latino “quietu(m)” = “quieto”, rispetto al quale è chiaramente una voce di tradizione popolare (DISC)
chiacchera, s.f.: chiacchiera, col significato di lingua, parlantina nell’esclamazione anche ironica: “Che bella chiacchera!”
Presentazione del 4/2/2015, https://www.montaione.net/il-toscanario/
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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 14 marzo 2017