di Giancarlo Carmignani
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cennino (“cenno” a Firenze verso il 1863: P.Fanfani): il termine nostrale è chiaramente un dimin. di quello fiorentino e indica il lieve rintocco di una piccola campana quando sta per “entrare la messa” nella liturgia cattolica
centellino, s.m.: “piccolo sorso di vino”; voce toscana probabilmente derivata da “cento”, cioè “parte centesimale” (DEI), vale a dire molto piccola, mentre deriva da tale sostantivo (è perciò un v. denominale) il v. centellinare
cèntro, s.m.: agio, sostanzialmente, nella frase diffusa: “È tutto nel su’ centro”: è completamente a suo agio
cèo, s.m. volgare: cieco. Frase: “È diventato cèo dalla rabbia”: è diventato cieco per la rabbia, cioè perché “sopraffatto dall’ira” (DISC)
ceppa, s.f.: “ceppo dell’albero tagliato a fior di terra” donde “crescono nuovi rampolli” ceppaia (Malagoli)
ceppatello, s.m. toscano: porcino (“Boletus edulis”), detto in tal modo per il suo “gambo grosso” sì da ricordare il “ceppo” ovvero secondo il DEI il tronco di un albero, mentre il porcino “nero” (“Boletus aereus”) da noi è chiamato leccino
Presentazione del 4/2/2015, https://www.montaione.net/il-toscanario/
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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il 14 febbraio 2017