Flessioni e riflessioni – Ginnastica per la mente

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Flessioni e riflessioni – Ginnastica per la mente

Iniziamo oggi una rubrica molto particolare, dedicata alla ginnastica per la mente. Saranno principalmente dei pensieri sui quali riflettere, composti da cento oppure una riga. La ginnastica mentale che proponiamo sarà composta da due fasi: la “flessione” e la “riflessione”. Entrambe le parole derivano dal latino “flectĕre”, che significa “piegare”. Nel caso della fase di “flessione”, il lettore si “piegherà” alla lettura sui temi più disparati e speriamo originali. Questi temi li tratteremo spesso in senso ironico, ma altre volte saremo seriosi, per cercare di portare alla “luce” alcuni aspetti del mondo che ci circonda. Questi elementi portati alla luce potranno così essere “piegati” e ricondotti alla propria vita quotidiana (fase di “riflessione”). Oppure buttati per sempre nel dimenticatoio. Buon divertimento. Anzi, buon allenamento.

I genitori e il freddo

di Enrico Senesi (e.senesi@montaione.net)

Durante un periodo di freddo, piogge e influenze stavo riflettendo sulla temperatura corporea e sulle diverse percezioni. Temperatura interna: il termometro? E’ uno strumento inutile per le mamme: loro sanno individuare perfettamente quando la loro piccola creatura ha la febbre o addirittura gli sta per venire. Quando la mamma, toccando la fronte del proprio figlio, pronuncerà la frase “mi sa che ha la febbre”, l’uomo risponderà “non mi sembra, anzi la mia testa è più calda della sua che anzi mi sembra fresca”. La febbre effettivamente segnalata dal termometro risulterà ovviamente a 38.7. Alla faccia della testa fresca. Non approfondiamo il fatto che la febbre intorno ai 37.2 riduce noi uomini al pari di cenci per lustrare l’auto.

Sempre meglio la classica mano sulla fronte dei moderni termometri digitali, sicuramente meglio utilizzati al posto dei dadi da gioco quando si tratta di dare dei numeri casuali.

Quando però si tratta di temperatura esterna, le mamme vincono anche qui ed hanno tre livelli di sensibilità. Pochi ma precisissimi. Eh sì; non tutti lo sanno ma la “madre” ha anche dei sensori esterni che determinano con precisione come si deve vestire il proprio figlio o figlia prima di uscire. Su tali sensori femminili ancora la scienza moderna non ha ben chiaro il funzionamento. Come ovviamente sul resto della donna.

Freddo livello 1. Quando non è più molto caldo, la mamma dirà al piccolo: “Vai fuori? Vèstiti!”.
“Vèstiti” significa infatti che non si può andare fuori senza vestito. Il motivo è perché fuori non è più tanto caldo.

Freddo livello 2. Prima, dopo o durante una pioggia oppure al primo freddo la mamma dirà al piccolo che si appresta ad uscire: “Vai fuori? Copriti!”.
“Copriti” è più di “vestiti” (livello 1).

Freddo livello 3. Il più alto livello di freddo rilevabile sul Pianeta Terra. Per la mamma è l’era glaciale. Forse peggio. Sotto i 10 gradi la mamma pronuncerà questa frase al piccolo che si appresta ad uscire: “Vai fuori? Allora tàppati!”. Ecco, il “tàppati” rende l’idea della bottiglia dove non passa più niente. Né aria esterna né liquido interno. Il “tappàto” è il livello più potente di vestizione di un essere umano, adatto tranquillamente anche alla visita dei pianeti più freddi e remoti del nostro sistema solare. Le tute della Nasa sono obsolete. Sicuramente non “tappano” abbastanza.

Esistono anche i rafforzativi di ogni singolo livello: vèstiti bene, copriti bene e tàppati bene.

Per l’uomo esistono invece due livelli ben differenti.

Freddo livello 1: “si sta bene”
Questo livello va dal caldo torrido alla nevicata.

Freddo livello 2: “è un po’ freschino”.
Questo livello è percepito quando in zona compaiono i primi pinguini.

In ognuno di questi due casi il babbo vestirà il figlio in modo inadatto (nel caso si ricordi di vestirlo). Nel caso il babbo sia demandato dalla mamma a prendere i vestiti da mettere al figlio, il pover’ uomo  si domanderà dove siano ubicati. Nel caso il figlio suggerisca al padre che forse i vestiti si trovano dentro l’armadio, si domanderà se davvero ci sia un armadio in casa e dove (cavolo) possa essere stato montato. Una volta individuato finalmente l’armadio, cercherà inutilmente il giacchetto e la sciarpa del bambino nell’anta sbagliata.

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