Cinema. Amarcord

MONTAIONE PER UN CINEMA DI QUALITÀ

Cinema Teatro Scipione Ammirato  Piazza Gramsci ,  Montaione

Circolo del Cinema “ANGELO AZZURRO” UICC – In collaborazione con il  Comune di MONTAIONE

Sabato 5 marzo  ore 21,15 e Domenica 6 marzo  ore  17,30

AMARCORD  (Italia-Francia 1974)  127’  Regia: Federico Fellini

Sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra. Fotografia: Giuseppe Rotunno. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Nino Rota.Scenografia e costumi: Danilo Donati. Interpreti: Bruno Zanin (Titta), Pupella Maggio (Miranda), Armando Brancia (Aurelio), Stefano Proietti (Oliva), Giuseppe Ianigro (nonno di Titta), Nandino Orfei (il “Pataca”), Ciccio Ingrassia (Teo), Carla Mora (Gina), Magali Noël (Gradisca), Luigi Rossi (l’avvocato), Maria Antonietta Beluzzi (tabaccaia), Josiane Tanzilli (Volpina). Produzione: Franco Cristaldi per F.C./P.E.C.F.

Restauro realizzato da Cineteca di Bologna con il sostegno di yoox.com e il contributo del Comune di Rimini. In collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros.

 

Se si uniscono “amare”, “core”, “ricordare” e “amaro”, si arriva ad AMARCORD, diceva Fellini. Esattamente vent’anni dopo avere raccontato la storia di una fuga dalla provincia in I vitelloni, l’autore ritorna in quel piccolo mondo, ricostruendo gli ambienti della sua adolescenza a Cinecittà e a Ostia.amarcord La famiglia che vediamo rievocata nel film è quella dell’amico d’infanzia Titta Benzi e intorno a lui pullula un’umanità descritta con tinte sanguigne e linee grottesche (soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, il clero e i gerarchi fascisti), con tenera sensualità (Gradisca) e un’ironia al tempo stesso affettuosa e graffiante. La vitalità delle figure che popolano il film (compresa l’emarginata ninfomane Volpina) cela una sotterranea, profonda malinconia. Il piccolo borgo romagnolo degli anni Trenta riassume una delle più penetranti immagini dell’Italia secondo Fellini: un piccolo mondo immaturo e conformista, succube di un regime becero e mistificatore, o tristemente impotente di fronte alle sue violenze.

Oscar 1974 per il miglior film straniero.

AMARCORD2“Amarcord voleva essere il commiato definitivo da Rimini, da tutto il fatiscente e sempre contagioso teatrino riminese, con gli amici della scuola in testa, e i professori, e il Grand-Hotel d’estate e d’inverno, e la visita del re, e la neve sul mare, e Clark Gable, e i labbroni di Joan Crawford, e Mussolini che nuota al largo di Riccione, mentre attorno a lui, come pinne di squali che girano in cerchio, guizzano i nuotatori della milizia. Soprattutto Amarcord voleva essere l’addio a una certa stagione della vita, quell’inguaribile adolescenza che rischia di possederci per sempre, e con la quale io non ho ancora capito bene che si deve fare, se portrsela appresso fino alla fine o archiviarla in qualche modo”. (Federico Fellini)

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.