di Giancarlo Carmignani
o, cong. Talora dalle nostre parti la “o” è usata come segnale discorsivo di “apertura” (De Mauro), come nella frase, rivolta a una persona che non si incontrava da tempo: “O come stai?”, dove non ci sarebbe certo bisogno della congiunzione iniziale
occhià’, v. tr.: occhiare, da noi non proprio disusato, ma in it. è meglio usare “adocchiare” per dare il senso di “guardare con insistenza”, possiamo dedurre dal DISC
occhio, s.m. usato in diversi modi di dire come, per es., nelle frasi: “È meglio facci (farci) l’occhio”: è meglio abituarcisi e “È ‘r su’ occhio diritto”: è il suo preferito.
Quanto all’espress.“Occhio pio”, mentre secondo R.Cantagalli è riferita a chi “guarda maliziosamente una donna” facendo l’occhiolino e perciò in un modo “tutt’altro che pio”, nel nostro linguaggio familiare (e nel senso di dare “celatamente occhiate amorose” veniva usato anche a Firenze verso il 1863) indica chi ha un occhio difettoso ( o in quanto socciuso per una alternazione patologica o perché affetto da strabismo) e perciò in tal senso può suscitare una forma di pietà. Comunque l’espressione si spiega per il fatto che chi prega (e in tal senso può essere considerato pio per il fatto che la preghiera è considerata una “pia elevazione dell’anima a Dio”) può tenere l’occhio o gli occhi socchiusi. Un tempo a Fucecchio erano soliti giocare con un fanciullo toccandogli un occhio e dicendo: “Questo è l’occhio bello,
questo è ‘r su’ fratello” (toccandogli l’altro occhio);
“questa è la chiesina” (tocandogli la bocca) e poi gli toccavano il naso e lo agitavano lievemente come se fosse un campanello dicendogli: “e questo è ‘r campanellino: dilìn, dilìn, dilìng!”.
Ben diverso dai significati sopra citati è quello della frase “Fa l’occhio di triglia”: fa l’occhio a “pesce lesso” (almeno nel linguaggio familiare), cioè a persona innamorata (Rigutini).
Proverbio o breve detto: “Occhio non vede, cuore non pensa”: l’amore è alimentato dalla vista.
“Occhio!” (esclam. diffusa specialmente nel linguaggio giovanile e in particolare in quello studentesco), seguita anche dal complemento di termine “alla penna”: sta’ attento! e, più in generale, come nel Pisano, attenzione!
occhio rosso, s.m. seguito dall’agg. che si spiega per il “colore mattone dell’occhio”: occhiocotto (“Sylvia melanocephala”: C.Romanelli)
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