di Giancarlo Carmignani
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pecegrea, (con la var. “bicigrea” meno diffusa almeno nel secondo dopoguerra, rispetto al quale periodo le due voci sono in netto declino, anzi possiamo parlare di completo disuso), s.f.: liquirizia (ma pop. “liquerizia”: DISC). Molto probabilm. la voce è nata per la confusione con la pece greca (si noti ancora il dileguo della –c-, frequente, come sappiamo, nel vernacolo fucecch.): “materia resinosa estratta dalla trementina” (DEI)
pèda o pedina, s.f.: gioco che era praticato a Fucecchio nel secondo dopoguerra dai ragazzi un po’ più grandi e che consisteva nel disporsi “in fila un poco distanziati tra loro e a dorso piegato. Un ragazzo cominciava il gioco, (…) saltando a gambe divaricate i compagni davanti, poggiando le mani sul loro dorso (…) e ponendosi poi egli stesso a dorso piegato, per essere a sua volta saltato da tutti gli altri” (P. Palavisini); questo gioco in castagnetano era chiamato “sartaboddicchio” (L. Bezzini)
pedonata, s.f.: tipo di caccia praticata un tempo nel Padule di Fucecchio (Massarella) consistente nel pedinare gli uccelli con l’aiuto di cani e ucciderli, deriv. dal verbo “pedonà’”: seguire a piedi
pèggio, avv. usato anche nell’espress. “Peggio che andar di notte!” usata “quando a una difficoltà ne segue un’altra”; infatti un tempo (si pensi in partic. al Medioevo) l’ “uscire di notte per le strade non illuminate e piene di pericoli” provocava certo “inquietudine” (R.Cantagalli) e paura. Si noti perciò come specialmente certi modi di dire affondino le loro radici nella storia, ciò che li rende senza dubbio più interessanti
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