Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pesciaio, s.m.: pescivéndolo (DISC) e non “pescivèndolo” come viene detto a Fucecchio, dato che “véndere” vi viene pronunciato “vèndere” alla pisana

pescio, s.m.: pesce, anche in pis., livorn. e lucch.; residuo di un nome antico, essendo già attestato nel 1282 in Ristoro d’Arezzo (DEI)

pèsco, s.m.in senso volg., come nell’espress. “Scote’ ‘r pesco”: scuotere, agitare il membro virile, come avviene nella masturbazione

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 20 luglio 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pertìa, s.f.: “timone dell’aratro” (M.Catastini), ma tale t. ed attrezzo non risultano più usati neppure nelle nostre campagne

pèsca, s.f. con un signific. part. nel modo di dire molto diffuso: “Ha fatto un giro pèsca!”: ha fatto un giro tortuoso, per es., di parole, almeno talora per un “affare poco chiaro, non troppo corretto”, come afferma più in generale R. Cantagalli, e può senza dubbio interessare l’origine della parola del frutto dal lat. “persica”, neutro pl. di “persicum” =  “(frutto) della Persia” (DISC), tant’è vero che in Campania viene chiamata “persica”

pésce, s.m. Modo di dire che si trova in sostanza anche nella 3^ novella della decima giornata del “Decameron” del Boccaccio: “È sano come un pesce”, mentre a Firenze verso il 1863 veniva detto “come una lasca”, che pure è un pesce, ma particolare, ritenuto dal popolo “simbolo di sanità” appunto (P.Fanfani).

Si tratta comunque di modi di dire che non hanno fondamento scientifico (G. Pittàno), nati come altri dalla fantasia

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 13 luglio 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

perìolo, s.m.: pericolo. Modo di dire diffuso da noi: “ ‘Un c’è periolo!”: non c’è pericolo, ma per dire nient’affatto!

perióra, loc. avv.: per ora, nella contado verso Stieta o comunque tra Fucecchio e Santa Croce sull’Arno, per influenza di quest’ultima località, che sembra abbia influito sulla tendenza pianeggiante della nostra parlata. Però l’epentesi della –i- non ha ancora una spiegazione adeguata, a meno che non si tratti di una forma singolare di dittongazione

per ride’ (è)!, interiez.usata nelle risposte non sempre favorevoli: espressione usata anche a Fuc. con un tono alla pis. o alla livorn., così come in “Sa, è di nulla!” per dire che è sensazionale, come quando diciamo: “Ha’ detto pio!”: hai detto niente!, oppure a Livorno dicono: “Ha’ detto un bao, déh!”

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 6 luglio 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

perde’, v. intr. quando perdere significa “cessare di possedere un bene”, ma tr. quando è seguito, per es, da “dei córpi”, cioè dei colpi: essere in regresso o, meglio ancora, “peggiorare le proprie prestazioni”, derivando dalle irregolarità nel ciclo del “motore a scoppio” (DISC). Altro modo di dire: “Perde’ messo e mandato”: perdere “tutto” (M.Catastini), venendo meno in senso metaforico sia l’ambasciatore sia (in senso popolano) l’ambasciata o “imbasciata”, come viene detto appunto in tal senso, cioè come “comunicazione personale che una persona ha l’incarico di riferire a un’altra”: voce “centro meridionale” che giustamente il De Mauro considera var. di “ambasciata” e che era diffusa anche da noi, oltre che essere attestata sia dal Duecento (DEI) 

perdie, interiez. eufemistica, sia pur volg., per non nominare il nome di Dio invano: perdinci, ciò che vale anche per l’escl. “Permio!”. Si tratta di “maniere usate per iscansare il per Dio”, sosteneva giustamente P.Fanfani che, a proposito di quest’ultima interiez., affermava che “quando è di sdegno rasenta la bestemmia”

perèllo, s.m.: atto di cominciare, attestato peraltro solo in una frase (forse non solo nel contado) del tipo: “Siamo” (se non “sémo”) “sempre al perèllo”: non abbiamo ancora proprio cominciato oppure siamo ancora all’inizio (M.Catastini), ma in disuso

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 29 giugno 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pepa, s.f.: giovane o comunque donna di vivacità tale da rasentare l’indiscrezione (donde forse anche un soprannome fucecch.) o addirittura “impertinente”, come nel dimin. di “pepe” “pepino” (DEI), mentre “pepina” può esser definita una giovane “tutto pepe” per la gran vivacità

per, prep. pronunziata talora con l’apocope in parte come in fiorent. e come nel caso del proverbio non veritiero (come abbiamo visto non sempre lo sono i proverbi!): “pe’ ‘r capretto e pe’ l’agnello ‘un s’adopra ir cortello”, ma non è vero che per uccidere il capretto e l’agnello non si adopera il coltello; infatti queste povere bestiole vengono sgozzate ricorrendo a tale strumento

péra, s.f. Nel contado fucecch. viene detto ancora da taluni al plurale “le pera”, forse risentendo, sia pure senza saperlo, dell’influsso del pl. neutro lat., in cui la desinenza –a abbondava

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 22 giugno 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

peorite, s.f.: pleurite, di cui era una deformazione un tempo riscontrabile in campagna, dove “pèora” (cioè pecora) era ed è un termine ben più familiare di pleura, deriv. dal gr. “pleurà” =  “fianco” (DISC) e perciò più difficile anche come nome del precedente considerato. Altrove si poteva sentir dire “pecorite”, in cui il collegamento con “pecora” era ancora più chiaro

pèoro, s.m. presente anche in pis.: pecoro, che significa “montone” (De Mauro) e perciò passa a significare cornuto: “uomo tradito dalla moglie o dalla fidanzata” (C.Giani). Quanto al t. “cornuto” deriva dall’espress. “fare le corna” (da noi ’orna) e questa –pare- dalla “diffusa e secolare pratica giuridica di imporre le corna al marito che si faceva lenone della propria moglie”, con “originaria allusività fallica del corno” e quindi, penso, col riferimento al fallo del marito e a quello dell’amante. Infatti le corna sono come un “elemento iconografico” e possiamo pensare al “simbolo dei due membri che avevano soddisfatto la moglie” (O. Luriati)

peorone, s.m.: pecorone, cioè individuo senza personalità perché segue passivamente la “corrente”, cioè quello che fanno gli altri in un modo conformista ovvero pedissequo che non suscita certo simpatia!

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 15 giugno 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pènera, s.f.: specie di cappio per catturare gli uccelli, che purtroppo venivano strozzati a causa di questo laccio. Si tratta di un t. venatorio non usato solo a Fucecchio (per es. si trovava anche a Pomarance, nel Pisano) e può darsi che derivasse da “pènero”, sfilacciatura nella tessitura e nella maglierìa, t. che veniva usato anche nella lavorazione a casa, a Prato, una quarantina d’anni fa. Da noi veniva usato il t. “penero” in rifer. a capi d’abbigliamento tutt’altro che precisi in un’espress. tipo: “Gaó che peneri!”: guarda oh, che sfilacciature presenta codesto vestito!

penerone, s.m.: “sfaticato” (M.Catastini), vagabondo, ma è un t. scomparso dall’uso –pare- derivato dal tenditore che, come succedeva presso Castagneto Carducci, “scorreva lungo i sentieri dove erano tese le pènere per staccare la selvaggina presa” (L.Bezzini). Si trattava però di un tipo di caccia giustamente condannato da tempo come una forma di bracconaggio, essendo atroce la morte che veniva inferta ai poveri uccellini

pennicellina, s.f.: penicillina (di cui è un’alterazione, per non dir corruzione, pop. dalle nostre parti), derivando il n. di tale antibiotico da quello della muffa “Penicillium notatum”, t. a sua volta derivato dal “penicillus” = “pennello” per “l’aspetto filamentoso” (De Mauro) della stessa

péntola, s.f. con un signific. partic. nell’esclam. vernacolare ormai in disuso “Che pentola!”: che “catarro gorgogliante” (M.Catastini)! ovvero come si sente rumoreggiare cupamente il catarro!

 

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 8 giugno 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pélo, s.m. con un significato part. nell’espress. “M’ha fatto ‘r pelo”: m’ha sfiorato” (con l’automobile). È da ricordare anche l’espress. “di primo pelo”: alle prime armi, alle prime esperienze. Invece significa “verso” nel modo di dire “Prende’ per il su’ pelo”: prendere per il verso giusto, nel senso di assecondare una persona o almeno trattarla in modo adeguato. Altri modi di dire: “Liscià’ ‘r pelo d’uno”: lusingarlo; “Cavalcare a pelo”: “cavalcare sul pelo del cavallo, senza sella, com’è abitudine, ad esempio al Palio di Siena” (L.Bezzini). Ha un significato chiaramente metaforico il pl. “peli” nella frase: “ ’Un avé’ peli sulla lingua”: parlare senza timori né reticenze. Non mi pare certo collegata col significato di questa frae l’espress. “gola pelosa”, che, sec. M.Catastini, significherebbe in fucecch. “ghiottone”, ma che non ho mai sentito dire, a differenza della frase, in sostanza riportata anche da P.Fanfani: “Ti lustra ‘r pelo”: stai proprio bene, fresco e grassoccio come sei!

pelo (a), loc. avv.: a stento, per poco

penà’, v.intr.: soffrire, ma penare acquista un significato diverso nella frase “fam. tosc.” (DISC) “Pena po’o!” (più diffusa nell’area fiorent., in partic. a Castelfiorentino, che a Fucecchio, dove è piuttosto rara): fa’ alla svelta! sbrìgati!

pendioni, avv.: “penzoloni” (M.Catastini). Pur essendo formato da “pendìo” con il suff. “-oni”, usato per formare appunto “avverbi indicanti una posizione del corpo” oppure, in altri casi, un modo di camminare, non ho mai sentito usare tale avverbio

 

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 1 giugno 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

pellaio, s.m. Modo di dire: “Trattà’ come un pellaio”: trattare male, probabilm. a causa dell’attività dura e non certo raffinata di chi lavora la pelle. Dalle nostre parti è detto spesso al pl., risentendo dello spirito campanilistico di una volta (che portava anche a lotte cruente, purtroppo, specialmente durante il Medioevo) in rifer. ai santacrocesi, ma risale all’Ottocento, ma a S.Croce sull’Arno, quell’attività conciaria che ha fatto diventare il Comune più vicino al nostro uno dei maggiori centri di produzione di cuoio e di pelli al mondo 

pellegrino, s.m.: falco pellegrino (“Falco peregrinus”), detto così perché “forse questo falco compie ampi spostamenti in cerca del cibo” (C.Romanelli)

pelliccia, s.f.: “zolla di terra erbosa, piota” (DEI). È una voce pis. e lucch. usata anche dalle nostre parti, dove ho sentito usare pelliccia anche nel senso di parte pelosa compatta del corpo della donna, ma in tono scherzoso. Invece un tempo, al posto di pelliccia nel senso di fetta di “terra con erba”,  veniva usato il t. “piallaccio” (cui accenna M.P.Bini) anche a Fucecch., dove esso mi risulta scomparso

pelliccióne, s.m.: paura, ma se viene detto: “se ‘un la fa’ finita, ti dò (in pis. direbbero invece “dó”) un pelliccione”, significa una bòtta

 

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 25 maggio 2021

 

Il Toscanario

logoToscanario

di Giancarlo Carmignani

****

 

peggiorà’, v. intr. nel nostro caso, cioè in rifer. al tempo: peggiorare. Indic. pres., 3^ pers. sing. “Pèggiora”: peggióra, come bisogna dire in it., derivando tale v. dall’agg. lat. “periore(m)”, mentre a Fucecchio appunto ancor oggi c’è chi sbaglia la pronuncia dicendo, come abbiamo visto, “pèggiora”, così come quando dice “mègliora” anziché, in modo corretto, “miglióra”

pela, s.m. usato solo nell’espress. “È tutto un pela pela”: è tutto un tentativo di carpire denaro

pelà’, v.tr.: levare i peli. Modo di dire: “E pela!” in rifer. al freddo che per la sua intensità sembra lavare i peli dal viso, se non addirittura quasi togliere uno “strato” della pelle, com’è affermato nel DISC, sottintendendo in tal caso in particolare “del viso”. Al v. “pelare” possiamo dare, nel caso del modo di dire visto, il significato di “tirare” (quale si trova nell’ “Arcadia” del Sannazaro) se ci riferiamo al vento freddo che appunto tira o, meglio ancora, come troviamo nel De Mauro, al fatto che esso determina sulla pelle un’ “intensa sensazione di freddo”. Invece “pelare” significa “sfruttare” nel caso del proverbio non certo raffinato e non diffuso neanche dalle nostre parti: “Il mondo è un pagliaio e chi non lo pela è un coglione”: proverbio che chiamerei immorale perché invita allo sfruttamento

pèlago, s.m.: “Mare aperto (DISC), ma nella topon. tosc. anche “bacino incassato (dell’Arno)” (DEI). È vero che talora può derivare dal lat. “pelagu(m)” nel senso secondario di “bożżo”, ma ritorna in un certo senso l’ètimo dal gr. “pèlagos” = “mare” (Diz.Topon.) nel modo di dire fucecch. “Esse’ ne’ pelaghi”: essere nei guai oppure in difficoltà come se si dicesse essere in un mare di guai

 

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONI EVENTUALI

Presentazione del 4/2/2015,  https://www.montaione.net/il-toscanario/

Tutti gli articoli on line,  https://www.montaione.net/category/toscanario/

Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 18 maggio 2021