L’alta valle dell’Egola

di Maresco Martini

marescomartiniSi parte di primo mattino,con l’intenzione di andare a camminare nel parco di Castelvecchio, arrivati a Moriolo la macchina và in riserva, ma, andiamo avanti tanto a Montaione c’è il distributore. Passiamo dalle Mura ci fermiamo qui, ormai siamo a Montaione, ci dobbiamo fermare anche alla coop. A Montaione il distributore è chiuso per motivi logistici ecc, dice il foglio appeso alla pompa di benzina.
E’ ora dico?,

Chiara con la solita calma dice: camminiamo qui, non mancano certo i sentieri! Poi al ritorno facciamo rifornimento alle Mura.
Si parcheggia nella piazzetta dopo il centro e ci incamminiamo dopo essere arrivati al bivio a destra verso San Vivaldo, e subito scende la strada ed è subito bosco, arriviamo al ponte sul primo torrente e appena svoltati c’è subito il sentiero n 3 , lo prendiamo. Una ripida viottola sale dentro un bosco tagliato di recente, dopo una serie di curve spiana in prossimità di una grande colonica, è abbandonata, andiamo in pari fino al cancello della fattoria di Pozzolo, mai stati! a conferma che in campagna ogni angolo riserva sorprese. Vediamo dal cancello chiuso un bel parco, davanti alla villa molti orci e il parco è immenso. Continuiamo avanti e subito incontriamo la strada asfaltata che dalla strada di San Vivaldo raggiunge la Cisterna Romana prima del Poggio Allaglione. Andiamo a sinistra in salita per cento metri e dopo una curva troviamo il segnale del treking a destra. Una strada bianca và in pari nella strada in ghiaia verso due agriturismi.
Bello è questo passaggio col bosco sulla destra e dall’altra parte si vede il parco di un agriturismo, curviamo a destra e troviamo una abitazione dove in un recinto cani da caccia abbaiano con furore nel vedere Trek libero. Dopo trecento metri il sentiero va a sinistra in un campo di ulivi poi arriviamo ad un fondo chiuso con la rete, però c’è il passaggio, saltando una rete più bassa attraversiamo il campo, seguendo sempre le frecce bianco rosse che segnalano il percorso, andiamo fino al bosco dove troviamo una strada dove sono parcheggiate due auto, andiamo in discesa, si sente parlare, il sentiero ritorna nel bosco e troviamo due uomini intenti a costruire un capanno con tavole. Dopo il buongiorno Chiara dice ai due: bella casetta, la vendete? Sarebbe la nostra! dice rivolto a me, bel posticino solitario e a sole. E’ per un asino! dice uno dei due. Ecco perchè ti piaceva tanto. Lo sapevo!. Continuiamo il cammino scendendo la viottola che scende una stretta valletta con un laghetto artificiale e da qui una rampa sale verso l’altro versante, poi spiana andando a destra, bello è questo passaggio, solo boscaglia intenza fino a raggiungere il sentiero che scende dal poggio Allaglione .Noi seguendo questo sentiero incassato fra alti cigli in discesa raggiungiamo la valle dove sentiamo l’acqua scorrere nell’ Egola. Ora andiamo in pari poco sopra il torrente verso monte fino a raggiungere il guado. Il cartello illustrativo
messo dal comune di Montaione spiega la vegetazione, la fauna e il luogo dove ci troviamo: pozzo latino. Bella e limpida l’acqua dei numerosi tonfi e limpida l’acqua che scorre facendo numerose cascatelle e tonfi fino al ponte per San Vivaldo. Abbiamo deciso di percorrere tutto il sentiero lungo l’Egola, ma dopo il ponte la difficoltà: ci sono stati di recente i taglialegna e tutte le piante abbattute sono a terra. Proviamo ad andare avanti ma restiamo nella rete dei tronchi tagliati. Trek non và ne avanti ne indietro, troppa gamba corta! Dico e lo prendo in braccio per poi tornare indietro fino al ponte. Dall’altra sponda è possibile camminare saltando di roccia in roccia anche se le frecce erano nelle piante abbattute nell’altra riva. Chi direbbe, vedendo l’ Egola scorrere lieve dal ponte degli Alberi fino all’Arno che in alto formi una gola paragonabile a tante dell’Appennini. Non descrivo i tanti attraversamenti fatti nel torrente le volte che il sentiero sale per evitare passaggi impossibili, ma bene segnalati dalle frecce bianco rosse. A metà il percorso sale verso l’alto in una vegetazione folta, vediamo da lassù fra i rami la collina davanti, poi un terrazzo con staccionata e il sentiero scende a picco verso il torrente. E quaggiù la bellezza di una cascata ripaga la fatica della dura risalita. L’acqua scende di diversi metri costruendo un tonfo profondo , poi scende per qualche metro in leggera discesa e si incunea rumoreggiando fra pareti di roccia. Dopo essere risaliti di nuovo alla staccionata dove il cartello illustrativo continua a spiegare la fauna e il luogo, risaliamo ancora e attraversiamo un rio secondario dentro uno stretto cunicolo roccioso. Andiamo avanti seguendo la segnalazione, questo passaggio è nel folto e selvaggio bosco, alcuni tronchi di traverso ostacolano il passaggio. Camminiamo da diverse ore ma non desideriamo affatto che questa meraviglia finisca, siamo di nuovo in alto, vediamo giù nella stretta valle solo la vegetazione dentro due poggi e sentiamo appena gli scrosci dell’acqua nel susseguire delle cascatelle giù nella forra. Poi il sentiero ridiscende tagliando il monte. Chi ha tracciato questo sentiero è stato molto attento a fare vedere nei punti possibili lo scorrere dell’ Egola e ha cercato tutti i passaggi possibili. Ritorniamo in riva, ora il sentiero attraversa molte volte l’acqua e sempre non è facile trovare i guadi giusti. Molte volte dobbiamo camminare di roccia in roccia prima che il sentiero ritorni nel bosco. Ora l’acqua scorre in tratti pari, scorrendo lenta fra le rocce bianche ai lati. Eccoci ad attraversare di nuovo a destra del torrente, davanti a noi un muro di roccia e l’acqua scende dentro una grande fessura, ci affacciamo per guardare in basso, scatto delle foto: ci siamo! Nel posto leggenda! Il Pozzo Sfondato, l’acqua cadendo ha costruito un grande e profondo pozzo, molti in estate vengono a fare il bagno, ma è pericoloso, qualche persona negli anni e annegata, c’è perfino una leggenda….. qui l’Egola ha dovuto scavare parecchio per passare. Al lato del Pozzo Sfondato ci sono i pochi resti di un molino. Un ponte attraversa il torrente e dal centro del ponte vediamo il passaggio più bello di tutta l’escursione. Il grande orrido roccioso e l’Egola che rumoreggia prima di calmarsi e scendere tranquilla verso valle. Eccoci a fine percorso, che dire! Spiace che sia finito anche se le gambe tribolano a portarci in MONTAIONE.

EGOLA
Parti già ricca giù dal Castagno
Boschi immensi ti ripagano
La fatica di scavarti un passaggio
Fra il monte di Montignoso
E il Poggio Allaglione
E sopra di te
I castagni di Camporena
Intorno fattorie e casolari da sogno
Poi scendi in punta di piedi
Verso l’Alberi e Corrazzano
Per non disturbare quel tubero
Che cresce fra le barbe
Di piante speciali
Che fa la gioia del palato
E arrivi in Arno
Che ti accoglie dopo avere
Dato tanto alla tua gente.

 

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