di Giancarlo Carmignani
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dieci, s.inv. Frase: “C’ha preso dieci e lode!” in senso ironico: ha fatto una figuruccia, cioè una brutta figura
diecione, s.m.: poteva indicare un tempo una “moneta da dieci centesimi” almeno da noi (M.Catastini), ma in seguito una banconota da dieci mila lire o comunque una valuta tutt’altro che trascurabile (quando la lina aveva un certo valore) o un bellissimo voto a scuola specialmente nella frase: “M’ ha dato un bel diecione!”
diferente, agg.: differente, almeno in zone confinanti con la Lucchesia, dov’è presente la tendenza a scempiare certe consonanti
digià, avv.: già, di cui è una variante (De Mauro), ma da noi può avere un senso confermativo, come dire che non c’è da meravigliarsi di certi discorsi o comportamenti, date particolari condizioni o situazioni, oltre ad avere il significato di “dal momento (che)”, per es., nella frase “di già che viene l’acqua a catinelle…”, cioè dal momento che viene una “pioggia scrosciante” (DISC), “resta in casa”
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