di Giancarlo Carmignani
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pinzimonio, s.m. indicato dal DEI come voce tosc. (oltre che umbra) derivato secondo il DISC da “pinzare” e questo v. probabilm. dal fr. “pincer” = “pizzicare”, come possono fare in qualche modo sedani e carciofi intinti in una “salsa di pepe, olio e sale”, specialmente se ci vien messo anche l’aceto, un po’come se si trattasse di un matrimonio (in effetti un’unione si realizza) di più condimenti e verdure crude
pinzo, s.m. tosc.: morso d’insetto, deverbale di “pinzare” che, come abbiamo visto, deriva dal fr. “pincer” = “pizzicare” d’orig. espressiva (DEI)
pinzo, agg. tosc.: d’aspetto florido e in carne, come suggerisce anche la frase: “Com’è bella pinza quella signorina!”. Tuttavia, essendo una “forma” aferetica, oltre che contratta del part. pass. di “impinzare”, almeno sec. il DISC, originariamente tale agg. vorrebbe dire individuo che dimostra con l’aspetto di aver mangiato tanto. Invece, sec. P.Fanfani, pinzo deriverebbe dal lat. “pinzus” = “calcato”, detto anche di persona “grassa e soda, quasi che sotto la pelle vi sia stato calcato il grasso per empierla bene”: ipotesi che condivido. Infatti, sec. il De Mauro, significa anche “pieno zeppo, colmo”
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Il prossimo appuntamento con questa rubrica è previsto per il giorno 23 novembre 2021